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ANDY F.ROBB, ARRIGO E CAVALLERO, TRE BIG PER IL VII TORINO

La campagna rafforzamento 2019 del VII Rugby Torino è nel segno del daemone, con quattro acquisti di gran qualità nel tentativo di vivere una stagione meno emozionante e decisamente meno faticosa da parte dei gialloblu, che non nascondono ambizioni da parte alta della classifica in Serie A. Il club non delude la propria vocazione ad avere una mischia dominante e riporta a casa dal CUS Genova nientemeno che Alberto Cavallero, probabilmente il miglior pilone destro della Serie A nelle ultime due stagioni, uno degli artefici della cavalcata ai play-off del CUS Genova due anni fa. Classe 1989, torinese di Moncalieri, Alberto Cavallero ha militato nel San Mauro per gli anni delle giovanili e in prima squadra l’anno della promozione in C1, poi un anno in serie B al CUS Torino, l’esordio in A1 nel Modena e poi ancora un anno in B ai Caimani. Dalla formazione cadetta di Viadana, è quindi approdato in prima squadra riuscendo a ritagliarsi uno spazio importante e dimostrando di avere le qualità necessarie per fare bene anche in Top12. Corteggiato nelle ultime tre stagioni da numerosi club, Cavallero ha quindi scelto il progetto del CUS Genova all’ombra della lanterna, optando invece ora per un riavvicinamento a casa, dove avrà la possibilità di continuare a giocare in Serie A come semi-professionista, iniziando al contempo un’attività lavorativa.

Un vero e proprio lusso, capace però con le sue qualità di utility back in grado di giocare centro, estremo e mediano d’apertura è invece rappresentato dal terzo straniero: lo scozzese Andrew Fraser Robb. Si proprio colui che ai play-out ha fatto sudare freddo Torino e che ha dato un contributo decisivo alla salvezza di Vicenza. Andrew è stato fortemente voluto dalla dirigenza gialloblu per essere un’arma in più a disposizione di Troy Nathan, dando maggior versatilità alla squadra, ma rappresentando anche un’innesto di esperienza e fisico nel reparto arretrato, senza contare che con la sperimentazione delle nuove regole introdotta dalla FIR, un piede come il suo, dotato di un calcio decisamente potente ed educato, rappresenterà certamene un’arma in più. Chissà che non possa mettere le radici a Torino il nostro giramondo…. nato in Germania da genitori britannici, ha iniziato infatti a giocare in Scozia alla Strathallan School nel Perthshire, carriera continuata in Australia alla Canberra Grammar, allenandosi anche con l’accademia dei Brumbies; quindi, ancora Scozia con l’under 18 del Perthshire e poi Inghilterra, ai Dings Crusaders. Nel 2010 l’arrivo in Italia al CUS Roma, poi Francia (Bobigny, Federal 1), Nuova Zelanda (Enza Riwaka, Nelson Bays Premier) e Spagna (Blusens VIGO, Division De Honor). Quindi ancora Italia per fare il Top10 con Reggio e il primo grande infortunio alla caviglia, seguito l’anno successivo da quello al ginocchio al Valpolicella. Un tributo alla sfortuna pagato con un lungo recupero, che l’ha visto nel frattempo vestire i panni del giocatore (Sondrio e L’Aquila, di nuovo in Top10) e quello di tecnico (i Titani Under 18, Sondrio in Serie B e Reggio Calabria in C), fino alla stagione del rilancio personale a Vicenza. Giocatore versatile in campo, quanto competente fuori, nonché vero e proprio poliglotta, Andy avrà anche un importante ruolo di tecnico/ educatore nell’ambito del progetto#Rugbyoltrelesbarre, il progetto di responsabilità sociale FIR che mira a utilizzare il gioco come strumento di riabilitazione per le persone detenute e che vede il VII Rugby Torino direttamente impegnato. Un primo passo per porre le basi per un futuro da tecnico, nell’ambito del più vasto progetto di collaborazione tra il club torinese e gli altri club della regione.

Tra i punti “deboli” del VII Torino, secondo le analisi emerse al termine della stagione, vi sarebbe stata anche una certa “lentezza” dei terminali offensivi, oltre a probabilmente una rosa poco profonda nel ruolo, quantomeno in termini qualitativi ecco dunque spiegato l’innesto di due dei giocatori più veloci di tutto il campionato italiano: l’estremo/ala Antonio Arrigo e l’ala Darius Constantinescu.
Classe 1999, romano, 20 anni, Darius Contantinescu è cresciuto nelle giovani delle Fiamme Oro venendo selezionato per far parte dell’Accademia U18 di Roma e quindi dell’Accademia U20 Ivan Francescato di Remedello (BS). Naturale l’approdo in Top12 nelle fino del neopromosso Verona, dove ha subito lasciato il segno con una meta in Coppa Italia, che gli è valsa anche un trauma cranico e un lungo stop per concussion. Stop che l’ha visto scavalcato nelle gerarchie, complice anche la particolare situazione in classifica degli scaligeri ed i relativi avvicendamenti tecnici, tant’è che sarà più l’utilizzo in seconda squadra (nella comunque super competitiva Serie B veneta). Pur essendo stato un anno importante dal punto di vista della maturazione fisica e mentale, Darius ha così scelto di cercare altrove maggior continuità, trovando nei programmi di coach Nathan e nel VII Torino la giusta realtà per continuare questa crescita.
Dulcis in fundo, Antonio Arrigo rappresenta la ciliegina sulla torta del mercato gialloblu e quel terminale offensivo a cui si chiede di concludere in meta i palloni conquistati da un pacchetto di mischia storicamente tra i più forti del campionato. Gambe e vena realizzata dopotutto non mancano al talento messinese, come ha avuto modo di dimostrare sia nell’anno e mezzo trascorso in Top 12 a Rovigo, sia con l’Amatori Catania, che ha contribuito a portare in Serie A con le sue mete, una volta tornato in Sicilia. Reduce dalla promozione in Top 12 dei Lyons Piacenza e forte del titolo di Campione d’Italia Serie A, Antonio è stato espressamente voluto dallo stesso Troy Nathan, convinto che si tratti dell’uomo giusto per il settimo. Brillante nei test atletici, Antonio a Torino è arrivato con tutte le motivazioni per fare bene e confermarsi un giocatore di grande talento, pronto a 23 anni a fare un ulteriore salto di qualità.